Anastilosi, opera felice. Sicilia e Grecia: esperienze a confronto

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Tasse incluse / Taxes included

Autore: Valentina Santoro
Anno edizione: 2023
Collana: Quaderni di Architettura e Design. Monografie, 3
Isbn: 978-88-5491-388-2
Materie: Architettura 
Formato: 21x29,7
Pagine: 256

Mettendo a confronto la prassi del restauro in ambito archeologico in due Paesi del Mediterraneo che vantano un patrimonio antico vastissimo, la Grecia e l’Italia, il volume indaga la sostenibilità attuale dell’anastilosi proprio nei siti archeologici dell’Italia meridionale, dove nuove ed emergenti problematiche conservative a carico dei monumenti antichi in pietra - spesso ascrivibili a restauri inefficaci - richiedono oggi di intervenire con urgenza. La storia dello sviluppo e dell’affermarsi dell’anastilosi, tratteggiata nel volume a partire dalle esperienze più antiche del XIX secolo e attraverso le diverse Carte del Restauro, delinea quindi un percorso che ha portato, in Grecia, all’ormai quarantennale cantiere dell’Acropoli di Atene, che, sviluppando nel tempo una nuova filosofia e nuovi criteri, è divenuto un punto di riferimento imprescindibile; in Italia, invece, dove pure tanti principi avevano trovato una prima definizione, quello stesso percorso iniziale si è perso e si registra attualmente un quadro frammentario e contraddittorio. Eppure oggi, specie nei grandi siti archeologici dell’Italia meridionale e della Sicilia, le criticità determinate dagli interventi sui monumenti antichi che si sono avvalsi di materiali incompatibili con la pietra, come il cemento armato o le resine epossidiche, sono sotto gli occhi di tutti e stanno già determinando consistenti perdite di materia originaria. Gli effetti, aggravati dal susseguirsi di azioni di messa in sicurezza, consolidamenti impropri e da una quasi assente manutenzione, sono ormai irreversibili e si manifestano anche a livello strutturale, con l’alterazione dei sistemi statici originari. Tutto questo richiede oggi una riflessione e soprattutto impellenti interventi di bonifica, con delicate operazioni di de-restauro che pongono la comunità scientifica davanti a problematiche di carattere filosofico e metodologico, che lasciano però poche alternative per la conservazione dei monumenti antichi, la cui trasmissione alle generazioni future deve rimanere prioritaria.

 

Sommario:

Prefazione, Gian Paolo Consoli Presentazione, Giorgio Rocco
Introduzione, Valentina Santoro

Anastilosi, opera felice
Sicilia e Grecia: esperienze a confronto

I. L’anastilosi dei monumenti antichi

    Anastilosi: lo status quaestionis

    I.1 Attualità, origini e significato di un metodo

      I.1.1 L’anastilosi come “atto veritativo” di autenticità e memoria

      I.1.2 L’integrazione dei monumenti antichi nel dualismo forma-materia

   I.2 Tradizione antiquaria e valore filologico nei restauri del Settecento

      I.2.1 “Non per altro si restaura se non per apprendervi”

      I.2.2 La figura del restauratore nel Settecento

      I.2.3 Primi editti e provvedimenti per la tutela dei ruderi e delle opere antiche

II. Tutela, integrazione e anastilosi in Sicilia

    II.1 Primi restauri ad Agrigento e a Segesta

     II.1.1 I Plani dell’Antichità. Restauri a Segesta (1781) e a Girgenti (1788 -1796)

     II.1.2 L’Editto Pacca: criteri d’integrazione dei monumenti antichi nei primi anni dell’Ottocento

     II.1.3 La tutela in Sicilia tra il 1823 e il 1860: istituzione della Commissione di Antichità e Belle Arti a Palermo

    II.2 La riorganizzazione della tutela nel nuovo Stato unitario (1860-1914)

    II.3 Agrigento e Selinunte: nuove anastilosi tra gli anni Venti e Cinquanta

     II.3.1 I restauri del tempio C a Selinunte (1925-1926)

     II.3.2 I restauri del tempio di tempio di Eracle ad Agrigento (1922-1924)

     II.3.3 Il restauro del tempio E di Selinunte (1956-66)

III. I restauri dell’Acropoli e lo sviluppo dell’anastilosi in Grecia

    III.1 Premessa

     III.1.1 Dai restauri di liberazione dell’Acropoli (1833-1863, 1865-1874) al Primo

Programma di restauri del Partenone (1898-1902)

     III.1.2 I restauri dell’Acropoli nella prima metà del Novecento e il riconoscimento tecnico dell’anastilosi

    III.2 I restauri a Delfi nella prima metà del Novecento

     III.2.1. L’anastilosi del Thesauròs degli Ateniesi (1903-1906)

     III.2.2. L’anastilosi della Tholos della Marmarià (1920, 1938)

     III.3 Interventi di restauro nel Dodecaneso italiano tra gli anni ’30 e ’40 del Novecento

     III.3.1 I restauri dell’acropoli di Rodi (1938-1940)

     III.3.2 I restauri dell’acropoli di Lindo (1937-1938)

     III.3.3 I restauri dell’acropoli di Camiro: l’anastilosi della stoà (1940)

     III.3.4 Interventi di anastilosi e sistemazione d’area a Kos (1938-1943)

IV. Nuovi orientamenti per l’anastilosi e la conservazione materica dei monumenti antichi

    IV.1 I restauri dell’Acropoli di Atene (1975-oggi): decodifica di un metodo per la conservazione

     IV.2 Il de-restauro dei monumenti antichi: il caso della fontana di Akagras

      IV.2.1 Storia dei restauri novecenteschi

      IV.2.2 Il parziale de-restauro. Analisi dei risultati

      IV.3 Anastilosi. Esiti e prospettive di una ricerca interdisciplinare

      IV.3.1 Il complesso del tempio romano di Agrigento: scavo, ricerca e anastilosi

      IV.3.2 Il progetto di anastilosi. Quale sostenibilità?

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